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E’ davvero sconfortante leggere ancora articoli come quello da voi pubblicato a proposito delle cellule staminali contenute nel cordone ombelicale, al link http://bit.ly/1DA2GZE e firmato da Silvia De Michielis.

Ciò che arreca ulteriore amarezza è il sospetto che le informazioni utili alla redazione di un articolo così parziale siano state fornite da personale medico impegnato nelle strutture sanitarie delle quali scrivete.

Ad una prima parte corretta, dedicata alla potenzialità terapeutiche, segue la solita litania che spinge ad una conoscenza parziale di ciò che è possibile fare non disperdendo il patrimonio disponibile di cellule staminali contenute nel sangue del cordone ombelicale.

E’ bello leggere che in Friuli “tutti i punti nascita sono abilitati alla raccolta del sangue del cordone ombelicale…”, sarebbe interessante per i cittadini (grazie ai loro soldi) leggere anche quanti ne vengono raccolti di cordoni ombelicali. La media nazionale è al di sotto del 3%, ci auguriamo davvero che in Friuli vada meglio.
Corretta la descrizione dell’iter che riguarda la donazione. Dovrebbe avvenire in questo modo poiché sono gli standard e le procedure internazionali a determinare ogni passaggio.

Ma come spesso accade, ecco apparire il ‘pericolo della conservazione dedicata’.

L’opzione di conservare a favore del bambino e della propria famiglia è prevista dalla Legge, e l’iter di chi conserva è esattamente lo stesso di chi dona, le stesse procedure, gli stessi standard.

Scrivere che “E’ bene sapere, però, che in questo caso custodia e trasporto sono affidati direttamente ai genitori e, spesso, non è facile mantenere le condizioni ottimali per rendere il campione utilizzabile in futuro….” è completamente falso. Se conoscete realtà di questo tipo, denunciatele alla Procura.

Anche le considerazioni seguenti saporano di pregiudizio verso il ‘cattivo privato’, da condannare per esaltare il ‘Pubblico buono’. Basterebbe un pizzico di onestà intellettuale per scrivere che c’è un buon Pubblico, ma anche tanto Pubblico sprecone, inefficiente, inadeguato. Se la raccolta è al 3% con 19 biobanche pubbliche in Italia, contro le 3 o 4 dei Paesi avanzati, qualche cattivo pensiero sullo spreco magari viene.

Allo stesso, modo, certo, c’è un Privato non all’altezza ed uno che sa esprimere eccellenze superiori al Pubblico. Solo per fare il nostro esempio, la biobanca InScentiaFides è accreditata FACT Netcord, una certificazione americana che garantisce che le staminali trattate e conservate secondo la procedura, saranno accettate in ogni centro trapianti del mondo. Ecco, 3 delle biobanche Pubbliche in Italia vantano questa certificazione. Di più: attraverso la nostra Fondazione promuoviamo la conoscenza, finanziamo protocolli di ricerca in collaborazione con le Università italiane, pubbliche e private…

Perché allora non stare attenti e non generalizzare? A quale deontologia fate riferimento nello scrivere con tale superficialità?

Potremmo star qui ad intrattenervi su cosa è eccellente e cosa non lo è in questo settore, che possiede certificazioni di profilo mondiale e chi brancola nella protezione di clamorose inefficienze… ma prima ancora ci appelliamo alla serietà professionale. Almeno quella.

Cordiali saluti.

Dott.ssa Luana Piroli
Direttore Generale Biobanca InScientiaFides

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