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L’Italia, insieme a Singapore, Stati Uniti, Giappone e Israele, è tra i paesi nel mondo con il più alto livello di attività nel settore della ricerca sulle cellule staminali.
Lo rivela un rapporto stilato da un Consorzio che comprendeva il progetto EuroStemCell, finanziato dall’UE, rapporto commentato nell’ultimo vertice mondiale sulle cellule staminali, svoltosi a San Diego (USA).
La notizia viene riportata dal sito Sesto Potere nel quale si apprende che il settore della ricerca sulle cellule staminali sta correndo quasi del doppio (7%) rispetto alla media globale della ricerca (2,9%), le pubblicazioni sulle cellule staminali sono citate il 50% in più rispetto alla media mondiale di tutti i settori collegati, quasi la metà di tutti gli articoli sulle cellule staminali usano parole chiave legate allo “sviluppo di farmaci” o alla “medicina rigenerativa”, il 47% delle pubblicazioni usano invece parole chiave legate alla medicina rigenerativa, mentre il 2% legate allo sviluppo di farmaci.
L’attenzione verso questo tipo di cellule da parte dei ricercatori avviene in particolare perché potrebbero davvero svelare i meccanismi che causano malattie gravi e, di conseguenza, trovare nuove modalità di cura. ” EuroStemCell – si legge – è stato creato con tale obiettivo nel marzo del 2010 (con termine nel febbraio 2014), finanziato con 830.238 euro attraverso il Settimo programma quadro (7° PQ) della Commissione, coinvolgendo oltre 90 laboratori europei di ricerca sulle cellule staminali, la medicina rigenerativa e pure il soggetto Pubblico”.
“Questa notizia è davvero importante – commenta Luana Piroli, presidente della Fondazione InScientiaFides – e avvalora intanto lo spessore dei nostri ricercatori, ma anche quanto essi credano nel valore delle cellule staminali, in quello che già con esse si può fare e nel fatto che possano davvero dare un svolta significativa nella storia della medicina, generando speranze basate su evidenze scientifiche per affrontare il trattamento di malattie gravi. È un buon motivo per organizzare con rinnovata energia un altro anno di lavoro”.
Fonte: UfficioStampaInScientiaFides

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