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Sono in corso studi scientifici sul trattamento di encefalopatie da ischemia o ipossia con cellule staminali.
Da queste ricerche scientifiche emerge che: “La raccolta, la preparazione e l’infusione di sangue cordonale autologo entro il primi giorni di vita sono procedure attuabili, sicure ed efficaci. La maggior parte delle unità cordonali utilizzate non aveva i requisiti per la conservazione nelle banche pubbliche, sarebbero quindi state scartate”.

Lo si apprende nell’ultimo post scritto da Luana Piroli nel suo blog e costituisce un altro buon motivo per sottolineare l’importanza di conservare le cellule staminali cordonali alla nascita del proprio bambino.

La dottoressa Piroli fa riferimento alla fase I dello studio clinico della Duke Blood and Marrow Transplant Program, che ha dimostrato la sicurezza e la fattibilità dell’infusione di unità di cellule staminali derivate da sangue cordonale autologo in 184 bambini di età tra i 6 giorni e 9 anni affetti da malattie neurologiche acquisite.

Viene citato, inoltre, lo studio coordinato da Joanne Kurtzberg sull’infusione precoce di cellule di sangue cordonale autologhe, sottoposte a riduzione di volume e di globuli rossi, in neonati con encefalopatie da ischemia o ipossia, procedura che si ipotizza possa migliorare la prognosi di queste malattie. Le fasi preliminare e successive di questo studio sono iniziate nel 2009 dalla Duke University coinvolgendo 23 neonati nei quali non sono avvenute reazioni all’infusione.

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