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Bailey Coates è una bimba americana di 14 mesi che ha ricevuto nella sua breve vita tre infusioni delle proprie cellule staminali cordonali. Tali infusioni costituiscono un trattamento sperimentale a cui la piccola viene sottoposta dopo essere stata colpita da ictus quando ancora era nell’utero della madre, in seguito a un distacco della placenta. L’ictus aveva colpito il lato sinistro del cervello compromettendone i movimenti del braccio destro e di parte della gamba. Un dottore aveva persino sentenziato che non sarebbe mai stata in grado di camminare o parlare senza terapia intensiva. Ma oggi la piccola, secondo quanto rivelano i familiari, ha cominciato a parlare e a fare i primi passi.
La sua storia viene riporta da Foxnews.com ed è rimbalzata su it.paperblog.com.
I genitori di Baily avevano deciso di conservare le sue cellule cordonali alla nascita perché nella propria famiglia erano frequenti casi di Alzheimer e avevano sentito che contro questa patologia la ricerca stava appunto puntando sulle cellule staminali. Così, mentre avevano inserito la piccola in un programma di terapia intensiva, si sono mobilitati per cercare altre possibilità di cura fino ad incontrare la dottoressa Joanne Kurtzberg, direttore del programma di trapianto pediatrico di midollo osseo presso la Duke University a Durham nella Carolina del Nord (USA). La dottoressa negli ultimi 25 anni ha sperimentato nuovi trattamenti utilizzando il sangue del cordone ombelicale contro malattie e lesioni del cervello. La Duke University accettò di trattare la piccola nel programma di cure compassionevoli.
La bambina è stata sottoposta ad una prima infusione endovenosa di 15 minuti di cellule staminali del cordone ombelicale, seguita da due ore di fluidi e da un soggiorno di tre giorni a Durham per monitorare eventuali reazioni allergiche. La procedura è considerata sicura, soprattutto quando si utilizza sangue cordonale proprio. Lo scopo della cura, spiega la dottoressa Kurtbzberg, è di utilizzare le cellule staminali per ridurre l’infiammazione nella zona del cervello colpita dall’ictus, attraendo così le cellule staminali neurali per iniziare a riparare le zone lese, favorendo inoltre l’angiogenesi (formazione del vaso sanguigno) e la rivascolarizzazione di queste aree. Il tutto volto a stimolare le connessioni tra neuroni e cellule nervose, che sono alla base della funzionalità fisica che altrimenti andrebbe persa.
“Bailey sta sviluppando più abilità di quanto si sarebbe predetto sulla base delle sue condizioni cerebrali – ha commentato la Kurtzberg -. I suoi genitori hanno fatto un lavoro veramente eccellente con lei, in termini non solo di infusioni di cellule staminali del cordone ombelicale, ma anche mettendo in atto ogni sorta di intervento precoce e ogni terapia possibile. Se sappiamo che questo trattamento è efficace ha aggiunto al Kurzberg – dobbiamo permettere la diagnosi precoce e la raccolta del sangue cordonale, non perché una famiglia sceglie di farlo e può permetterselo, ma perché è la cosa giusta da fare clinicamente”.
“Il caso di questa bambina dimostra intanto quanto sia preziosa la ricerca sulle cellule staminali basata su evidenze scientifiche – commenta Luana Piroli, direttore generale della BioBanca InScientiaFides – . Non mi stancherò mai di ricordare che ad oggi le cellule staminali sono un punto di riferimento nel trattamento di ben 70 patologie del sangue. E detto tutto questo si ribadisce ancora una volta quanto sia importante alla nascita di un bambino conservare il sangue del cordone ombelicale con il suo patrimonio di cellule staminali, e quanto a tale fine per ottimizzare risorse, competenze e opportunità, vada percorsa la strada della collaborazione tra Strutture sanitarie pubbliche e Strutture private. Questa coppia di genitori americana aveva conservato le cellule staminali cordonali della propria bambina pensando proprio al suo futuro, confidando nel progresso della ricerca in una malattia come l’Alzheimer. Certo non pensavano di utilizzarle così presto, ma la loro lungimiranza ha permesso di aiutare da subito la loro piccola”.

Fonte: Ufficio Stampa InScientiaFides

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