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Molto spesso quando viene diagnosticata una malattia, soprattutto se maligna, la prima cosa che ci rimane impressa in mente è il suo nome, quel termine scientifico che forse non avevamo mai sentito prima ma che già da solo rende la malattia molto più spaventosa. Qualche tempo fa invece un noto compositore Italiano ha definito il Mieloma Multiplo, una patologia tumorale del sangue, come “una neoplasia dal suono dolce, ma non per questo meno insidiosa”.

Il mieloma multiplo è un tumore che colpisce una particolare popolazione di cellule del sistema immunitario, le plasmacellule, ovvero le “fabbriche” di anticorpi che permettono al nostro organismo di combattere le infezioni. Le plasmacellule infatti si formano a partire dai linfociti B in seguito all’incontro con un antigene estraneo al nostro corpo ed hanno il compito di produrre anticorpi specifici per quel determinato antigene che ha scatenato la risposta immunitaria.

Quali sono i sintomi del mieloma multiplo?

Quando insorge la malattia si scatena una moltiplicazione incontrollata delle plasmacellule che si accumulano soprattutto nel midollo osseo e, più raramente, in tessuti extra-midollari causando danni anche a livello di altri organi. L’elevato numero di plasmacellule a livello midollare crea uno squilibrio con le altre popolazioni cellulari del sangue che si vedono diminuite in numero: anche la loro funzionalità viene fortemente ridotta. Le plasmacellule tumorali continuano inoltre la produzione massiva e fuori controllo di anticorpi che possono accumularsi e danneggiare organi vitali come le ossa e i reni. Tutto questo porta ad una serie di sintomi che caratterizzano la malattia: forte dolore osseo, fratture, insufficienza renale, anemia (che causa stanchezza, debolezza e difficoltà respiratorie), infezioni ricorrenti e trombocitopenia (carenza di piastrine) con facili sanguinamenti anche in seguito a banali tagli.

Ad oggi ancora non sono note le cause specifiche che portano allo sviluppo del Mieloma Multiplo; sono però noti alcuni fattori di rischio come l’esposizione a radiazioni, l’obesità, la genetica e soprattutto l’età. La malattia colpisce infatti prevalentemente le persone anziane e solo il 2% dei casi riguarda giovani sotto i 40 anni. Nonostante sia una patologia rara, il Mieloma Multiplo è il secondo tumore del sangue per incidenza: in Italia si stimano circa 8 nuovi casi per 100.000 abitanti ogni anno. Le stime nazionali parlano di circa 2.700 nuovi casi ogni anno tra le donne e circa 3.000 tra gli uomini.

Trattamenti per il mieloma multiplo

Fino a qualche anno fa il Mieloma Multiplo era considerato una malattia incurabile, con prognosi infausta e con poche terapie di scarsa efficacia. Ad oggi, nonostante rimanga una malattia difficile da trattare e da guarire completamente, lo sviluppo di nuove terapie fa sperare in un’eradicazione del tumore almeno per una percentuale di pazienti. Il trattamento spesso prevede una combinazione di farmaci tra cui chemioterapici, corticosteroidi, farmaci immunomodulatori e anticorpi monoclonali. Quando le condizioni del paziente lo permettono, soprattutto in persone giovani, e c’è risposta alla chemioterapia, il trapianto di cellule staminali autologhe viene utilizzato come terapia per il mieloma multiplo, andando a ripristinare il sistema immunitario del paziente in seguito all’eliminazione delle cellule tumorali mediante chemioterapia. Una fonte alternativa di cellule staminali ematopoietiche, come indicato dal decreto ministeriale del 18 novembre 2009,  è il sangue del cordone ombelicale, che, se conservato alla nascita, ha il vantaggio di essere subito disponibile per il trapianto.    

Kawamura e il suo team, in uno studio specifico sul Mieloma Multiplo, hanno visto che, per una parte dei pazienti, il trapianto di sangue cordonale determina sopravvivenza a lungo termine. Inoltre le cellule staminali hanno un doppio effetto: oltre a ripristinare il sistema immunitario dei pazienti, contribuiscono anche a riconoscere ed eliminare le cellule tumorali grazie all’effetto “Trapianto vs Mieloma”. Studi ulteriori sono necessari per capire come sfruttare al meglio questa capacità delle cellule staminali ematopoietiche per migliorare l’efficacia del trattamento.

Ma oggi, nell’era dell’immunoterapia, il “semplice” trapianto di cellule staminali non è l’unico possibile utilizzo del sangue cordonale per il trattamento del mieloma multiplo. In un recente studio, ancora in fase di completamento, è stata sfruttata una particolare sottopopolazione di linfociti, le cellule NK, isolate dal sangue cordonale ed ingegnerizzate per riconoscere ed eliminare specificatamente le cellule tumorali. Dai primi risultati è emerso che questo trattamento riduce il tumore e migliora la sopravvivenza. Utilizzare il sangue cordonale come fonte per creare queste cellule “chimeriche” porta sicuramente dei vantaggi rispetto all’utilizzo di cellule isolate dall’adulto: le cellule staminali cordonali hanno infatti una capacità di proliferazione maggiore e sono meno immunogeniche, permettendone l’utilizzo per il trapianto nonostante non ci sia compatibilità piena tra il donatore e il ricevente.

Passerà ancora del tempo prima che queste terapie diventino di routine per i pazienti affetti da Mieloma Multiplo, ma conservare  il sangue cordonale alla nascita dei propri figli è il primo passo verso la possibile cura della malattia.

BIBLIOGRAFIA:

  1. https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/guida-ai-tumori/mieloma-multiplo
  2. https://dx.doi.org/10.1016/j.bbmt.2015.02.015
  3. https://doi.org/10.1200/JCO.2022.40.16_suppl.8009
  4. https://doi.org/10.1186/s41232-023-00311-4
  5. https://www.ajmc.com/view/could-car-nk-cells-using-cord-blood-offer-a-treatment-for-multiple-myeloma-