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È stato eseguito in Italia il primo trapianto di cellule staminali in un uomo colpito da Sclerosi Laterale Amiotrofica (Sla). Le cellule staminali del cervello utilizzate sono state prelevate da un feto morto per cause naturali. L’intervento è stato eseguito dal gruppo coordinato da Angelo Vescovi, direttore dell’Irccs Casa Sollievo della Sofferenza di San Pio (San Giovanni Rotondo), e per la parte neurologica, da Letizia Mazzini, responsabile del Centro Sla dell’ospedale Maggiore della Carità (Novara). L’operazione è stata effettuata dal gruppo di Neurochirurgia diretto da Sandro Carletti, coadiuvato da Cesare Giorgi e Nicholas Boulis, della statunitense Emory University di Atlanta. La sperimentazione è finanziata dall’Associazione Neurothon e dalla Fondazione Cellule Staminali.

Il dottor Vescovi ha riferito che il paziente, un 31enne della Lombardia, ”sta bene, è di ottimo umore, mangia e respira bene”. L’uomo era stato colpito dalla SLA tre anni fa, mostra problemi a braccia e gambe e ad articolare le parole, ma è autonomo nella respirazione. Resterà in ospedale ancora per alcuni giorni ed è stato il primo di un gruppo di 18 pazienti coinvolti nella stessa sperimentazione.

Si apprende che tale iniziativa è uno studio di fase 1, volto a verificare la sicurezza della tecnica e non a curare: le cellule staminali, prelevate dal cervello del feto, sono state trasferite nel paziente attraverso tre iniezioni nel lato sinistro del midollo spinale lombare (ciascuna iniezione è da 15 millesimi di millilitro e con circa due milioni e mezzo di cellule staminali cerebrali). Le staminali sono state iniettate vicino alle cellule nervose che controllano il movimento (motoneuroni), le quali nella Sla muoiono gradualmente, paralizzando progressivamente i muscoli, fino a causare la morte del paziente. A fine luglio si procederà con il secondo paziente, continuando a cadenza mensile con gli altri pazienti. Si prevede la conclusione della sperimentazione entro due anni, dal cui esito dipenderà il seguito della ricerca, ossia una fase 2 che dia le prime risposte sull’efficacia.

Le cellule sono state prodotte nella Banca delle Staminali Cerebrali di Terni e per poterne ottenere una quantità tanto grande da un piccolo frammento di tessuto è stata adottata la tecnica messa a punto alla fine degli anni ’90 dal dottor Vescovi: “un ambiente chimico ricreato artificialmente ha dimostrato di essere in grado di stimolare la moltiplicazione delle cellule staminali, tanto che da un frammento di tessuto, delle dimensioni di una punta di spillo, se ne possono ottenere circa 50.000. La quantità di cellule ottenuta dallo stesso feto, ha detto Vescovi, sarà sufficiente per l’intera sperimentazione.

Fonte: Ansa.it

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