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È tutta italiana la scoperta che non solo gli embrioni di orsi e canguri, ma di tutti i mammiferi, e con probabilità compreso l’uomo, possono sospendere il loro sviluppo in seguito a segnali, come lo stress, lanciati dalla madre, per poi tornare a crescere quando la situazione ritorna nella normalità. Questa nuova conoscenza apre prospettive interessanti su gravidanza, parto, tecniche di produzione delle cellule staminali e tumori.

La scoperta, pubblicata sulla rivista Plos One e finanziata nell’ambito del programma europeo Ideas, appartiene al gruppo coordinato da Grazyna Ptak del Laboratorio di Embriologia diretto da Lino Loi. “È un fenomeno del quale dobbiamo iniziare a occuparci seriamente, un campo da esplorare – ha affermato Grazyna Ptak – . Adesso abbiamo dimostrato che questo stesso fenomeno avviene anche in un animale addomesticato, come la pecora”. Lo stesso accade nei bovini e nei conigli e sono altissime le probabilità che accada anche nell’uomo. S’ipotizza che questa possa essere, secondo Ptak, la spiegazione di gravidanze che vanno oltre i nove mesi: “Se fosse così – dice la scienziata – non sarebbe necessario ricorrere alla stimolazione del parto (una tecnica alla quale in Italia si ricorre spesso) né al parto cesareo. Negli altri mammiferi come nell’uomo, lo stop allo sviluppo dell’embrione potrebbe essere un fenomeno adattativo che entra in azione ogni volta che lo sviluppo dell’embrione viene minacciato, ad esempio dalla bassa temperatura, dalla carenza di cibo”.

Nel campo della ricerca sulle staminali, si è notato che durante gli esperimenti sugli embrioni di topo il periodo di letargo è il migliore per prelevare le cellule staminali; nel caso dei tumori, si è osservato che introducendo cellule tumorali nell’utero in condizioni di letargo si riparano.

Fonte: ANSA 13.03.12

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