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La notizia è recentissima (apparsa sull’International Business Times): uno scienziato giapponese, Yoshiki Sasai, ha deciso di togliersi la vita dopo che un paio di mesi fa è emerso che risultavano falsificate le ricerche prodotte dal team di studiosi dell’Istituto Riken di cui faceva parte, essendo co-autore e supervisore di questi specifici studi. Il discredito e lo stress accumulato dallo scienziato in questi mesi pare lo abbiano condotto al tragico gesto.

Gli studiosi con le loro ricerche sostenevano che si potesse trasformare cellule comuni in cellule staminali (cellule STAP) immergendole in una soluzione acida, particolare procedimento chimico. Tuttavia, verifiche promosse dallo stesso Istituto Riken e dalla rivista Nature, hanno evidenziato “errori fondamentali” in tali studi parlando addirittura di falsificazione dei dati.

La vicenda è un’occasione per riflettere ancora una volta su come sia fondamentale in campo scientifico e medico il controllo, la verifica, la correttezza, l’etica, la regolamentazione, che devono andare di pari passo con l’entusiasmo e l’ambizione di chi vi opera per raggiungere traguardi a volte impensabili ma che possano davvero essere un aiuto per le persone e non creare speranze senza fondamento acuendo, in alcune situazioni, condizioni già tragiche.

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