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La storia di questo ragazzino di 12 anni arriva da Detroit ed è stata riportata dal sito Paperblog dopo la testimonianza della madre del giovane apparsa sul quotidiano on line CBS Detroit.
Drew è affetto da paralisi cerebrale ma per migliorarne la qualità della vita è stata sottoposto a un’infusione di cellule staminali tratte dal sangue cordonale conservato al momento della sua nascita. “Drew non era in grado di rimanere seduto nemmeno per pochi secondi, non aveva equilibrio – racconta la madre, Maureen Kijek, secondo quanto riportato dal sito-. Era molto frustrante per lui essere intrappolato in un corpo che non funzionava. Per me è una grande cosa poterlo vedere sorridere e vedere l’espressione sul suo viso quando riesce a fare qualcosa, anche una piccola azione. Quello che può sembrare insignificante a tante persone è una cosa grande per lui. Ora è in grado di rimanere seduto, di usare le sue mani, prima le sue possibilità erano molto più limitate”. “Eravamo emozionatissimi – dice anche Kathleen Lewandowski, la terapista – quando Drew ha cominciato a mantenere sollevata la testa per dieci secondi, poi per trenta secondi e vederlo stare seduto…. Sono terapista da dieci anni e non l’ho mai visto succedere”.
“La storia di Drew e di tanti altri bambini come lui, affetti anche da altre patologie, – commenta Luana Piroli, direttore della biobanca InScientaiFides– riporta l’attenzione sull’importanza di non rinunciare alle cellule staminali presenti nel cordone ombelicale dei bambini alla nascita. Non ci stancheremo mai di dirlo: non ha importanza se i genitori scelgono di conservarle presso una biobanca privata o se donarle a una biobanca pubblica, purché non finiscano in pattumiera come accade oggi in Italia nel 95% dei casi. Con la storia di Drew, inoltre, non si può non accennare alle evidenze scientifiche sull’utilità terapeutica delle cellule staminali cordonali autologhe (donatore e ricevente sono la stessa persona)”. Fonte: Ufficio Stampa InScientiaFides

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