Salta al contenuto Passa alla barra laterale Passa al footer

È di questi giorni la notizia che in un ospedale in provincia di Ascoli Piceno, nel 2012 su 160 cordoni ombelicali ritenuti idonei per la conservazione solo 27 in realtà sono stati raccolti. Perché? Secondo quanto dichiarato al Resto del Carlino del 23 febbraio 2013 dal primario del centro trasfusionale dello stesso ospedale le motivazioni sarebbero: “Perché rappresenta un lavoro in più per le ostetriche, perché la procedura per la raccolta non è definita e non si sa se le accettazioni di idoneità dal centro trasfusionale al reparto di ginecologia siano state archiviate, ecc…».
Questo caso rivela alcune problematiche del sistema sanitario pubblico riguardo alla raccolta dei cordoni ombelicali.
Da tempo InScientiaFides si sta mobilitando per evitare che i cordoni ombelicali, con il loro importante patrimonio di cellule staminali, vengano buttati. E lo fa da un lato con un’intensa e continua campagna di educazione sanitaria, e, dall’altro lato, proponendo possibili modelli di collaborazione tra strutture pubbliche e strutture private per ottimizzare il servizio attraverso la sinergia delle rispettive risorse e competenze.
La campagna di Educazione Sanitaria promossa da InScientiaFides offre l’opportunità ai genitori e a tutti gli interessati di conoscere la grande importanza delle cellule staminali contenute nel sangue cordonale, di capire quali sono gli utilizzi terapeutici attuali e le modalità di conservazione.
Il messaggio che viene espresso è: “Non permettere che anche il campione di cellule staminali di tuo figlio venga buttato nei rifiuti, è troppo importante!”
Per supportare l’educazione è stato realizzato il libro Una Storia Lunga Un Cordone che viene distribuito gratuitamente.
Fonte: Ufficio Stampa InScientiaFides

Lascia un commento

0/5