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Secondo un recente studio pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry, i ricercatori hanno concluso che il trapianto autologo di cellule staminali del sangue rappresenta un trattamento sicuro ed efficace per la sclerosi multipla (SM) attiva. Il dottor Joachim Bormann, direttore medico e professore associato di neuroscienze presso l’Akademiska sjukhuset/Università di Uppsala, ha sottolineato che i risultati dello studio indicano un notevole miglioramento e una stabilizzazione a lungo termine per la maggior parte dei pazienti sottoposti al trattamento. Inoltre, circa il 50% dei pazienti ha sperimentato un notevole miglioramento dei sintomi, con due terzi di essi rimasti liberi da attività della malattia per un periodo di dieci anni.

La SM, una malattia neurologica che colpisce principalmente i giovani, rappresenta una delle principali cause di disabilità neurologica. In Svezia, ogni anno, circa 1.000 persone ricevono una diagnosi di questa malattia, con una maggiore incidenza tra i giovani adulti di età compresa tra i 20 ei 45 anni, principalmente donne. La condizione è caratterizzata da episodi ricorrenti di danni nervosi e deterioramento.

L’importanza delle cellule staminali autologhe

Il trattamento con cellule staminali autologhe, inizialmente utilizzato per la leucemia, comporta il prelievo delle cellule staminali del sangue dal midollo osseo del paziente, seguito da un ciclo di chemioterapia intensiva prima della reintroduzione delle cellule staminali nel flusso sanguigno. Questa procedura, unica nel suo genere, si è dimostrata efficace nel trattamento sia del cancro che della SM.

Il recente studio ha coinvolto 231 pazienti svedesi affetti da SM recidivante-remittente, con un’età media di 31 anni al momento del trattamento. Prima di ricevere il trapianto di cellule staminali, i pazienti avevano già provato senza successo due trattamenti farmacologici convenzionali. Durante il follow-up, è emerso che la maggior parte dei pazienti aveva sperimentato solo una media di 1,7 recidive nell’anno precedente al trattamento, con un tasso di recidiva successiva estremamente ridotto.

Gli effetti collaterali più comuni del trattamento includevano febbre e infezioni, sebbene i casi gravi fossero rari. Solo un numero limitato di pazienti ha richiesto cure intensive per un breve periodo, e non sono stati segnalati decessi correlati al trattamento.

I ricercatori sottolineano che lo studio è di natura osservazionale e non consente quindi di confrontare direttamente i risultati con altri trattamenti. Tuttavia, i dati emersi suggeriscono che il trapianto di cellule staminali del sangue potrebbe essere considerato come parte integrante del trattamento standard per le persone affette da SM attiva.

Il finanziamento per lo studio è stato fornito dal Centro di ricerca clinica di Dalarna, dalla Fondazione Marianne e Marcus Wallenberg, dal Consiglio di ricerca regionale di Uppsala Örebro, dall’Associazione medica svedese e dal Consiglio di ricerca svedese.

In questo studio sono state utilizzate le cellule staminali autologhe prelevate dal midollo osseo ma, in futuro, sarà possibile utilizzare le cellule staminali cordonali, prelevate dal cordone ombelicale al momento della nascita. Le staminali da cordone ombelicale sono superiori per diverse ragioni. Prima di tutto, il processo di estrazione delle cellule staminali da cordone ombelicale è privo di rischi per la madre e il bambino, poiché avviene dopo la nascita e non richiede alcun intervento invasivo. Inoltre, l’estrazione del midollo osseo richiede un processo invasivo e può essere dolorosa per il donatore.

Negli ultimi anni è diventato possibile conservare le cellule staminali cordonali nelle biobanche per utilizzarle negli anni successivi in caso di necessità. Le cellule staminali cordonali rappresentano una riserva biologica unica e preziosa che può essere utilizzata per trattare una vasta gamma di condizioni mediche, comprese malattie del sangue, disturbi del sistema immunitario e disordini genetici. Questa fonte di cellule staminali è facilmente accessibile durante il momento della nascita, eliminando così la necessità di procedure invasive o dolorose per il donatore. Inoltre, la conservazione di queste cellule staminali può offrire una soluzione efficace per le famiglie che hanno una storia di malattie genetiche ereditarie, poiché le cellule staminali cordonali possono fornire un’opzione terapeutica personalizzata e specifica per combattere tali condizioni. Inoltre, la capacità di conservare le cellule staminali cordonali offre una forma di assicurazione biologica per il futuro, fornendo la possibilità di utilizzare tali risorse in tempi di emergenza medica o per la ricerca scientifica in continua evoluzione.

Conservare il sangue cordonale alla nascita diventa sempre più importante.