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Il nuovo anno è iniziato al Reparto di Ematologia dell’Ospedale Ca’ Foncello di Treviso con il raggiungimento del 500° trapianto autologo di cellule staminali emopoietiche.
L’attività di autotrapianto era stata avviata nel 2004 e nasce dalla collaborazione tra l’Ematologia, diretta dal Dottor Filippo Gherlinzoni, il Servizio Immunotrasfusionale, diretto prima dal dottor Gianni Gajo, e successivamente dal dottor Andrea Frigato, ed il Laboratorio di Criopreservazione delle cellule staminali emopoietiche diretto dal dottor Sergio De Angeli.

“Dall’avvio dell’attività – afferma il dr.Filippo Gherlinzoni nella dichiarazione riporta dai siti trevisotoday e ULSS9 di Treviso – il numero medio di autotrapianti per anno è stato pari a 50 e ha coinvolto le seguenti patologie: mieloma multiplo (58%), linfomi non-Hodgkin (31%), linfoma di Hodgkin (8%), leucemie acute mieloidi (3%). In questi anni nel corso della procedura di autotrapianto di cellule staminali emopoietiche abbiamo registrato un solo paziente deceduto. Questo dato segna un tasso di mortalità pari allo 0.2%, ossia inferiore a quanto riportato dalle maggiori casistiche nazionali ed internazionali. Tali risultati, pur riguardando un reparto che possiamo definire giovane, segnano l’elevata professionalità del Ca’ Foncello e la capacità organizzativa di tutto il nostro personale coinvolto nella effettuazione di questa complessa procedura, che rappresenta una opzione terapeutica indispensabile in diverse patologie ematologiche”.

“Leggendo questa notizia – commenta Luana Piroli, direttore generale di InScientiaFides – emerge l’affermazione del dr. Gherlinzoni relativa a “opzione terapeutica indispensabile in diverse patologie”. È un’affermazione che formulata da un operatore sanitaria dà ancora maggiore valore e corpo a quelli che sono per molti solo dati, ma che tuttavia esprimo l’importanza delle cellule staminali.
Ad oggi le cellule staminali costituiscono un vero e proprio salvavita per oltre 70 patologie del sangue. Nel mondo sono stati eseguiti un milione di trapianti e di questi il 59% è stato effettuato con cellule staminali proprie, ossia paziente e donatore coincidono”.

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