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Con il trapianto aploidentico è la famiglia a salvarti la vita!

21 Ottobre 2021
News

Oggi vogliamo parlare di trapianti di cellule staminali ematopoietiche.

La prima cosa da sapere è che la possibilità di eseguire un trapianto dipende dalla disponibilità di un donatore, almeno parzialmente, compatibile.

Attualmente le opzioni di trapianto sono:

  • Da donatore non correlato (UD)
  • Da donatore non consanguineo parzialmente compatibile (MMUD),
  • Da donatore familiare HLA-aploidentico (l’Haplo-SCT)
  • Da un prodotto autologo prelevato dal cordone ombelicale al momento della nascita

Sicuramente la migliore tra le opzioni elencate è rappresentata dal trapianto autologo, che sta ad indicare che il donatore e il ricevente sono la stessa persona. I motivi sono rappresentati dal fatto che il campione è immediatamente disponibile e, soprattutto, dall’assenza delle maggiori complicanze che possono riscontrarsi con un trapianto: nessun rischio di rigetto e nessun rischio di malattia da trapianto verso l’ospite (GVHD).

Il trapianto aploidentico come alternativa al trapianto autologo

Un’ottima alternativa al trapianto autologo è rappresentata dal trapianto tra consanguinei: in questo caso il campione sarà prelevato da un genitore, un fratello, una sorella o un figlio.

In questo caso parliamo di trapianto aploidentico. L’etimologia della parola ci viene in aiuto nella comprensione: aplo sta a significare “parzialmente”, “per metà”. Nel trapianto aploidentico si trapiantano quindi cellule staminali che hanno delle caratteristiche genetiche che corrispondono parzialmente a quelle del ricevente.  

Un recente studio ha dimostrato che il trapianto di cellule staminali aploidentiche (Haplo-SCT) con ciclofosfamide post-trapianto (PT-Cy) si è rivelato la migliore opzione terapeutica emergente per i pazienti con linfoma avanzato recidivante o refrattario. [1]

La fattibilità di questa terapia è supportata da diversi studi retrospettivi che mostrano un profilo di tossicità migliorato rispetto al trapianto di donatore non correlato (UD). In particolare, l’incidenza della malattia cronica da trapianto contro l’ospite (GVHD) è ridotta dopo l’Haplo-SCT rispetto al trapianto di UD grazie all’ausilio del PT-Cy impiegato come profilassi della GVHD.

Questo risultato si traduce in un promettente vantaggio dell’Haplo-SCT in termini di sopravvivenza libera da recidiva e da GVHD.

Qual è il ruolo di Haplo-SCT rispetto ad altri tipi di donatori nelle neoplasie ematologiche?

Recentemente sono state pubblicate due grandi meta-analisi che confrontano l’Haplo-SCT rispetto ai trapianti di altri donatori per pazienti con qualsiasi neoplasia ematologica rappresentate, prevalentemente, da leucemie acute e linfomi.

Messi insieme, queste due ampie meta-analisi suggeriscono che l’Haplo-SCT rappresenta un’opzione favorevole rispetto al MMUD poiché presenta esiti superiori in termini di sopravvivenza globale a seguito di un ridotto rischio di mortalità senza recidiva.

Nonostante il grande numero di studi di fase II presenti in letteratura, la scarsità degli studi randomizzati (con placebo) rende difficile constatare quale sia il miglior donatore ad esclusione del trattamento autologo.

Il fattore tempo, c’è un vantaggio con i trapianti autologhi e aploidentici

È doveroso fare alcune considerazioni che riguardano in modo particolare le tempistiche. Se si rende necessario ottenere rapidamente un donatore, il cordone ombelicale ed il trapianto aploidentico sono più vantaggiosi rispetto ai trapianti non correlati. Le cellule derivate dal cordone ombelicale possono essere ottenute prontamente perché vengono crioconservate alla nascita ed i familiari aploidentici sono solitamente valutabili ed accessibili più rapidamente dei donatori estranei.

La dimostrazione più significativa arriva dalla storia di Mojtaba, un bambino della provincia iraniana del Sistan. A Mojtaba era stata diagnosticata, dopo soli 3 mesi di vita, la talassemia maggiore, una grave forma di anemia ad esordio precoce molto invalidante che richiede frequenti e regolari trasfusioni di sangue.

A salvargli la vita è stata la nascita della sorella Tahoura che ha rappresentato il donatore aploidentico di cellule staminali cordonali per Mojtaba.

Oggi Mojtaba segue una vita normale dopo il trapianto, è in piena salute e non è più considerato malato. Mojtaba oggi studia scienze naturali ed è profondamente appassionato di corsi e materie mediche, forse, in un prossimo futuro, avremo un nuovo ricercatore! [2]

[1] [Haploidentical Stem Cell Transplantation in Lymphomas—Expectations and Pitfalls. J Clin Med. 2020 Nov; 9(11): 3589)]

[2] [https://parentsguidecordblood.org/en/news/mojtaba-recovery-thalassemia-major-through-his-sisters-stem-cells]

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