Salta al contenuto Passa alla barra laterale Passa al footer

E’ ancora molto diffusa la convinzione che avere figli sia una tappa naturale nella vita di coppia, quasi sempre data per scontata. La realtà dei fatti ci rivela però che circa il 15% delle coppie si trova a dover affrontare problemi di infertilità.

In Italia si registra un aumento delle nascite da fecondazione assistita: +73% in dieci anni. È quanto risulta dal Rapporto sull’evento nascita in Italia, realizzato dall’Ufficio di Statistica del ministero della Salute 

L’infertilità femminile è responsabile del 40% dell’infertilità di coppia.

Quali sono i fattori che influiscono sulla capacità produttiva della donna?

  • età
  • stile di vita
  • obesità
  • malattie infiammatorie
  • diabete
  • insufficienza ovarica precoce (IOP) che colpisce il 3% delle donne con un aumento dell’incidenza negli ultimi anni

Per capire meglio cosa significa insufficienza ovarica precoce, diamo un rapido sguardo alla struttura delle ovaie, in sè alquanto complessa, ma che cercheremo di spiegare con semplicità. Lo strato esterno delle ovaie contiene i follicoli ovarici, il cui compito è quello di produrre gli oociti, i precursori delle cellule uovo che matureranno durante il processo chiamato ovogenesi. Ogni mese vengono “attivati” circa 1000 follicoli, ma di questi solo uno maturerà fino al rilascio della cellula uovo fecondabile.

La crescita e lo sviluppo dei follicoli vengono controllati e regolati in maniera ciclica grazie al rilascio di ormoni prodotti sia dalle ovaie ma anche da altre ghiandole, come l’ipofisi.

Tra i più importanti citiamo l’ormone follicolo-stimolante (FSH), l’ormone luteinizzante (LH), gli estrogeni e il progesterone, i cui livelli alterati possono aiutare nella diagnosi di insufficienza ovarica precoce.

Una curiosità che forse non tutti conoscono: mentre nell’uomo la produzione degli spermatozoi è continua, la donna, già alla nascita, possiede un numero limitato di follicoli; una volta terminati entra nella fase di senescenza riproduttiva, nota come menopausa.

In media, raggiunti i 37 anni di età sono circa 25 mila i follicoli rimasti, che diventeranno all’incirca 1000 al compimento del 50° anno di età. 

Dal punto di vista istologico vengono distinte due forme di IOP: la prima è determinata dalla deplezione completa dei follicoli; nella seconda i follicoli sono presenti ma “malfunzionanti”. Sono diversi i fattori che possono influenzare la qualità e la quantità dei follicoli:

  • fattori genetici,
  • fattori ormonali,
  • variazioni metaboliche;
  • nel 50% dei casi però l’origine della IOP rimane ancora sconosciuta.  
Happy parents looking at the last ultrasound

Esiste un trattamento contro l’infertilità?

Il trattamento d’elezione per l’insufficienza ovarica precoce è la terapia ormonale sostitutiva, ma vista la complessità di questa condizione, sono diversi i trattamenti proposti; tuttavia nessuna terapia tradizionale è sufficientemente soddisfacente e nella maggior parte dei casi l’ovodonazione rimane l’unica soluzione per le donne che cercano una gravidanza.

Cellule staminali mesenchimale una valida ed efficace alternativa!

Gli specialisti stanno quindi studiando vie alternative per ripristinare il numero e il funzionamento dei follicoli ovarici nelle donne affette da IOP: in prima linea troviamo le terapie cellulari e, in particolare, il trapianto di cellule staminali mesenchimali da cordone ombelicale sembra essere uno dei trattamenti con maggiore potenziale.

I primi studi che vedono l’utilizzo delle cellule staminali mesenchimali (che possiamo reperire dal tessuto cordonale o nel tessuto adiposo) per il trattamento dell’Insufficienza Ovarica Precoce risalgono al 2013. Wang e il suo team sono riusciti a trattare la IOP indotta nei topi ripristinando la funzionalità ovarica, il livello sierologico di estrogeni, lo sviluppo dei follicoli ovarici e riducendo la morte cellulare a livello ovarico.  

Negli anni successivi sono stati diversi gli studi che hanno seguito l’onda del lavoro di Wang, con l’obiettivo di capire la modalità con cui le cellule staminali agiscono a livello ovarico e quale fosse il protocollo migliore per avere risultati soddisfacenti.

Le cellule staminali mesenchimali iniettate nel circolo sanguigno, dopo aver raggiunto i follicoli ovarici mediante un processo chiamato homing, rilasciano particolari molecole, i fattori di crescita, che hanno un grande impatto sulle cellule “malfunzionanti” ovvero, modulano il processo infiammatorio e di morte cellulare che contribuiscono all’insufficienza ovarica creando condizioni favorevoli che stimolano la riproduzione cellulare per il ripristino della funzionalità follicolare.

Negli ultimi dieci anni i diversi protocolli studiati hanno portato a risultati sempre più soddisfacenti. In particolare, molti ricercatori hanno lavorato per mettere a punto la creazione di uno scaffold, cioè un sostegno per le cellule staminali mesenchimali a base di acido ialuronico o di collagene, che viene trapiantato a livello intraperitoneale: questi studi hanno dimostrato un forte miglioramento dell’IOP nei topi rispetto alla somministrazione “standard” delle cellule staminali.

Nel 2018 Sun e il suo team sono stati i primi a portare l’utilizzo dello scaffold nel trattamento di donne affette da IOP. I risultati ottenuti sono stati più che soddisfacenti: riattivazione e crescita dei follicoli ovarici, ripristino dei livelli ormonali nel sangue e ripristino della fertilità.      

Ma l’insufficienza ovarica precoce non è l’unica condizione che può portare all’infertilità femminile: l’endometrio sottile è la seconda causa più frequente. Avere un endometrio troppo sottile può infatti ridurre la probabilità di successo della gravidanza, influenzando negativamente l’impianto dell’embrione o aumentando le probabilità di aborto spontaneo.

Zhang e i suoi collaboratori nel 2020 hanno utilizzato la tecnica dello scaffold per il trattamento con cellule staminali mesenchimali derivate da cordone ombelicale su donne affette da endometrio sottile. I risultati osservati sono stati molto promettenti: l’endometrio ispessito ha portato al successo di 3 gravidanze in seguito ad impianto embrionale e una donna è riuscita ad avere una gravidanza naturale.  

Conclusioni: le cellule staminali mesenchimali da cordone ombelicale sono una valida soluzione al trattamento della infertilità femminile.

Questi trattamenti migliorano la rigenerazione tissutale attraverso la produzione di fattori di crescita e le loro proprietà immunomodulatorie. Nuovi studi pre-clinici e clinici saranno necessari per stabilire la sicurezza e l’efficacia di questi trattamenti e valutare il miglior protocollo in base al numero di cellule trapiantate, la finestra temporale scelta per il trapianto, la durata e la frequenza del trattamento e la tecnica di somministrazione.

BIBLIOGRAFIA

  1. https://doi.org/10.3390/ijms232415942
  2. https://doi.org/10.1007/s11427-017-9272-2
  3. https://doi.org/10.1007/s12015-022-10493-y
  4. https://doi.org/10.1186/s13287-021-02529-w
  5. 10.7759/cureus.30529