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Le cellule staminali evidenziate come potenziale opzione terapeutica nella malattia di Huntington

18 Novembre 2022
News

Sebbene ad oggi nessun trattamento farmacologico offra efficacia a lungo termine o prolunghi la sopravvivenza con la malattia di Huntington, la terapia con cellule staminali sembra essere promettente in questa e in altre malattie neurodegenerative.

Attualmente, il trattamento per i pazienti con malattia di Huntington (HD) si basa sull’alleviare i sintomi piuttosto che rallentare la progressione della malattia. Alcune ricerche però presentano il trapianto di cellule staminali come uno strumento potenzialmente curativo per questa condizione rara e fatale.

La MH è una rara malattia neurodegenerativa ereditaria caratterizzata da un progressivo peggioramento del movimento e anomalie affettive, demenza e deterioramento cognitivo. Questi sintomi si manifestano tipicamente negli anziani. Mentre ad oggi nessun trattamento farmacologico offre efficacia a lungo termine o estende la sopravvivenza, la ricerca sulla terapia con cellule staminali sembra essere promettente nella cura della malattia di Huntington e in altre malattie neurodegenerative.

Le diverse tipologie di cellule staminali utilizzate negli studi

Esistono diversi tipi di cellule staminali, tra cui cellule staminali embrionali (ESC), cellule staminali adulte (ASC) e una combinazione delle 2, chiamate cellule staminali pluripotenti indotte (iPSC). Le cellule staminali in generale hanno la capacità di differenziarsi in vari tipi di cellule. I sottotipi di cellule staminali adulte includono cellule staminali mesenchimali (MSC) e cellule staminali neurali (NSC), ognuna delle quali ha applicazioni uniche. Tutte queste cellule sono state studiate nel contesto delle malattie neurodegenerative e diverse terapie sono state approvate per le malattie del sistema nervoso centrale.

L’attuale strategia di trattamento per la malattia di Huntington include la riduzione dei sintomi, poiché nessuna terapia è in grado di affrontare i meccanismi alla base della malattia. La logopedia, la terapia fisica e occupazionale sono spesso incorporate in aggiunta ai farmaci.

I risultati delle prime sperimentazioni sul trattamento della malattia di Huntington

“Da vari studi clinici e ricerche, è stato stabilito che le terapie cellulari possono potenzialmente ripristinare l’atrofia dei tessuti”, hanno scritto gli autori dello studio. “Quindi, la terapia con cellule staminali può essere una strategia terapeutica fiorente come approccio mirato per sostituire le cellule disfunzionali nella malattia di Huntington”. Lo studio evidenzia le MSC, le iPSC, le ESC e le NSC come potenziali ipotesi terapeutiche nella malattia di Huntington.

Le cellule staminali mesenchimali sono state studiate su roditori affetti dalla malattia di Huntington ed è stato verificato un miglioramento della funzione motoria e del comportamento ansioso, oltre ad un’estensione della durata della vita, grazie al rallentamento della progressione clinica della malattia. Anche nei modelli di roditori, le iPSC hanno dimostrato di migliorare il comportamento e le capacità motorie. È stato scoperto che le ESC si differenziano in neuroni, oligodendrociti e astrociti, che possono migliorare la funzione neuronale e lo sviluppo del cervello, quando introdotte in topi transgenici. Tuttavia, sono stati riscontrati effetti avversi come il rigetto della risposta immunitaria e la progressione del tumore quando si utilizzano ESC. Infine, le NSC hanno mostrato un potenziale nei modelli di malattia di Huntington sia nei primati che nei topi, migliorando la funzione motoria e le altre funzioni in generale. Per quanto riguarda cellule staminali embrionali e le cellule staminali neurali, occorre inoltre tener conto dei risvolti etici dovuti al loro utilizzo.

I risultati delle diverse strategie di riparazione neurale basati su cellule staminali sono variano da studio a studio, rendendo difficile trarre conclusioni su quali abbiano il maggior potenziale nel trattamento della malattia di Huntington. “Ma poiché è possibile generare modelli cellulari di MH derivati dal paziente, attraverso la tecnologia di riprogrammazione delle cellule staminali, questo può a comprendere la patogenesi della malattia e scoprire potenziali approcci terapeutici”, hanno detto gli autori dello studio.

Riferimenti

Saha S, Dey MJ, Promon SK, Araf Y. Patogenesi e potenziale applicazione terapeutica del trapianto di cellule staminali nella malattia di Huntington. Regen Ther. Pubblicato online  il 25 settembre 2022.  DOI:10.1016/j.reth.2022.09.00

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