Scrivici su WhatsApp

Cellule staminali e cuore: un nuovo approccio per prevenire l’insufficienza cardiaca dopo un infarto

Una scoperta che cambia la prospettiva terapeutica

Un importante studio clinico di fase 3, pubblicato sul British Medical Journal, ha dimostrato che l’infusione intracoronarica di cellule staminali mesenchimali derivate dalla gelatina di Wharton del cordone ombelicale riduce in modo significativo il rischio di insufficienza cardiaca nei pazienti che hanno subito un infarto miocardico acuto.

La ricerca, denominata PREVENT-TAHA8, è stata condotta presso tre diversi ospedali universitari di Shiraz, in Iran, e rappresenta uno dei più ampi studi mai realizzati in questo ambito. Il lavoro conferma il potenziale delle cellule staminali come terapia capace di migliorare la funzionalità del cuore e prevenire complicanze gravi nel lungo termine.

Come si è svolto lo studio PREVENT-TAHA8

Lo studio scientifico ha coinvolto 420 pazienti di età compresa tra 18 e 65 anni, tutti reduci dal loro primo infarto, che avevano subito un danno importante al muscolo cardiaco e una frazione di eiezione del ventricolo sinistro inferiore al 40%. I partecipanti sono stati assegnati in modo casuale a due gruppi:

  • 136 pazienti hanno ricevuto un’infusione intracoronarica di cellule staminali mesenchimali derivate dalla gelatina di Wharton, entro 3-7 giorni dall’infarto, oltre alle cure standard;
  • 260 pazienti hanno ricevuto soltanto il trattamento tradizionale.

Le cellule staminali sono state preparate in conformità alle Good Manufacturing Practices, regole internazionali, riconosciute e applicate in tutto il mondo. Le staminali sono inoltre state controllate per qualità, sterilità e vitalità, e infuse direttamente nelle arterie coronarie che portano il sangue alla parte danneggiata del cuore. Tutti i pazienti sono stati seguiti per oltre 33 mesi dopo il trapianto.

Illustrazione del cuore umano con cellule staminali mesenchimali che favoriscono la rigenerazione del tessuto dopo un infarto.

I risultati: meno insufficienza cardiaca e ricoveri

I dati raccolti mostrano numeri davvero impressionanti:

  • L’incidenza di insufficienza cardiaca è risultata meno della metà rispetto al gruppo di controllo (cioè di coloro che non hanno ricevuto l’infusione di staminali) – 2,77 contro 6,48 casi ogni 100 persone/anno.
  • I ricoveri per insufficienza cardiaca sono stati significativamente inferiori (0,92 contro 4,20 per 100 persone/anno).
  • Anche il rischio combinato di mortalità cardiovascolare, nuovo infarto o insufficienza cardiaca è diminuito in modo evidente (2,80 contro 7,16 per 100 persone/anno).

Nonostante non siano emerse differenze significative nei tassi di mortalità complessiva, i pazienti trattati con cellule staminali hanno mostrato un migliore funzionamento cardiaco, con un incremento medio della frazione di eiezione del ventricolo sinistro del 5,88% rispetto al gruppo di controllo.

Perché le cellule staminali da cordone ombelicale fanno la differenza

Le cellule staminali mesenchimali della gelatina di Wharton, presenti nel cordone ombelicale, possiedono proprietà rigenerative e immunomodulanti uniche:

  • favoriscono la riparazione del tessuto miocardico danneggiato,
  • stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni,
  • riducono l’infiammazione e la fibrosi,
  • e migliorano il funzionamento del cuore.

A differenza delle cellule ottenute dal midollo osseo, le cellule del cordone sono più facilmente disponibili, espandibili in vitro e immunologicamente più tollerabili, rendendole ideali per applicazioni cliniche sicure e standardizzate.

Lo studio ha inoltre confermato l’assenza di eventi avversi gravi: nessun caso di aritmie, infezioni, re-infarti o reazioni immunologiche, anche nel lungo termine.

Cuore colpito da infarto e cellule staminali che intervengono per rigenerare il tessuto danneggiato: simbolo della speranza offerta dalla medicina rigenerativa e dalla conservazione del sangue cordonale.

Il valore della prevenzione: rigenerare il cuore prima che sia troppo tardi

Nonostante i progressi delle terapie farmacologiche, la prevenzione dell’insufficienza cardiaca post-infarto rimane una sfida aperta. Il lavoro pubblicato sul BMJ suggerisce che intervenire con le cellule staminali subito dopo un infarto possa rappresentare una strategia preventiva efficace, capace di proteggere il muscolo cardiaco residuo e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Questo approccio potrebbe trasformare la medicina cardiologica, aprendo la strada a trattamenti rigenerativi personalizzati, con l’obiettivo non solo di curare, ma di ricostruire il cuore.

Conservare oggi per curare domani: il ruolo di In Scientia Fides

La possibilità di utilizzare cellule staminali del cordone ombelicale per rigenerare il cuore dopo un infarto dimostra quanto sia importante conservare questo patrimonio biologico alla nascita. Le cellule staminali cordonali, infatti, sono giovani, vitali e prive di alterazioni ambientali o genetiche acquisite nel tempo, rappresentando una risorsa unica per il futuro della medicina rigenerativa.

In Scientia Fides, biobanca certificata e accreditata a livello internazionale, garantisce standard di sicurezza e qualità tra i più elevati in Europa.
Grazie a protocolli rigorosi di crioconservazione e tracciabilità, le cellule vengono mantenute integre nel tempo e sempre disponibili per eventuali applicazioni terapeutiche.

Conservare il sangue cordonale con In Scientia Fides significa scegliere la massima tutela per la salute dei propri figli, affidandosi a una struttura che da anni investe in ricerca, innovazione e cultura scientifica.

Fonte: ansa.it/amp/canale_saluteebenessere/notizie/medicina/2025/10/30/infartocura-con-staminali-riduce-rischio-insufficienza-cardiaca_25e47c6e-f04b-4ae0-8b24-a02165db9f34.html