Le cellule staminali ematopoietiche (CSE) da sangue cordonale costituiscono oggi una risorsa strategica non solo in medicina trapiantologica, ma sempre più anche in medicina rigenerativa. Il loro impiego è consolidato in numerose patologie del sangue, soprattutto in quelle acquisite o secondarie, ovvero sviluppatesi nel tempo a seguito di mutazioni o danni, e non causate da anomalie genetiche ereditarie.
Le CSE e le malattie acquisite
Grazie alla capacità di rigenerare il sistema ematopoietico, le CSE cordonali vengono impiegate in:
• Leucemie e linfomi secondari
• Aplasie midollari acquisite
• Sindrome mielodisplastica post-chemioterapia
• Immunodeficienze secondarie (post-trattamento oncologico o post-infezione virale)
In queste condizioni, il trapianto permette di ripristinare un sistema ematopoietico danneggiato. Al contrario, nelle patologie genetiche congenite, le cellule staminali del neonato presentano le stesse mutazioni ereditarie e non possono essere utilizzate in forma autologa senza tecniche aggiuntive come la terapia genica.
Le indicazioni cliniche ufficiali
L’Allegato 1 del Decreto Ministeriale 18 novembre 2009 (G.U. n. 303/2009) elenca le indicazioni cliniche consolidate per l’uso trapiantologico delle CSE che ne consiglia la conservazione autologo dedicata. Tra queste:
• Leucemie e sindromi mielodisplastiche
• Anemie aplastiche acquisite
• Linfomi, mieloma multiplo, neuroblastoma
• Neoplasie pediatriche post-chemioterapia
• Immunodeficienze acquisite o congenite selezionate
Queste patologie sono frequenti nella popolazione, e l’utilizzo delle CSE da sangue cordonale è scientificamente documentato.

Quanto sono frequenti queste patologie?
Dati aggiornati sull’incidenza:
• Leucemie: circa 4 casi ogni 10.000 persone
• Anemia aplastica acquisita: 2–5 casi per milione
• Linfomi: 14.000 nuovi casi l’anno in Italia
• Sclerosi multipla: 133.000 persone in Italia (1 su 450), 3.600 nuove diagnosi l’anno (fonte: AISM)
• Disturbi dello spettro autistico (ASD): colpiscono 1 bambino ogni 77 in Italia, incidenza in aumento costante
• Paralisi cerebrali infantili: 1 su 500 nati, la causa più comune di disabilità motoria infantile
• Malattie autoimmuni: oltre 3 milioni di italiani coinvolti
Queste cifre mostrano chiaramente che la probabilità di utilizzo delle CSE non è remota, ma riguarda patologie diffuse e in crescita, anche nell’infanzia.
Medicina rigenerativa: il futuro è già iniziato
Le cellule staminali cordonali sono oggi al centro di sperimentazioni cliniche avanzate, non solo per ricostruire il sistema ematopoietico, ma anche per riparare tessuti danneggiati e modulare risposte immunitarie.
Sclerosi multipla (SM)
In fase di studio l’uso delle CSE per rigenerare la guaina mielinica e ridurre l’infiammazione del sistema nervoso centrale. I risultati sono ottimi e la fase di studio è in uno step avanzato.
Paralisi cerebrale infantile
Numerosi Trial clinici (es. Duke University) hanno documentato miglioramenti nel linguaggio e nella coordinazione motoria dopo infusioni autologhe di sangue cordonale.
Disturbi dello spettro autistico (ASD)
Diversi studi clinici mostrano effetti positivi nella regolazione dell’infiammazione cerebrale e nel comportamento sociale dopo infusione di CSE, specialmente in bambini in fase precoce.
Altri ambiti di ricerca:
• Diabete di tipo 1
• Lesioni del midollo spinale
• Malattie cardiovascolari e ischemiche
• Autismo regressivo e sindromi neuroimmunitarie
Conservare oggi significa poter accedere domani a trattamenti ancora in fase di sperimentazione, ma sempre più vicini alla pratica clinica.

Conservazione privata: un’opportunità concreta
La conservazione privata del sangue cordonale offre vantaggi irrinunciabili:
• Accesso esclusivo e immediato al campione
• Utilizzo familiare allargato (fratelli, sorelle, genitori compatibili)
• Riduzione drastica dei tempi di trattamento in caso di necessità
• Opportunità di impiego per terapie innovative in ambito immunologico e neurologico
Nel sistema pubblico, il sangue donato non è tracciabile né riservato al donatore, rendendo impossibile l’utilizzo personale o familiare.
Un’occasione che non si ripete
Il sangue cordonale è una delle poche fonti biologiche disponibili una sola volta nella vita: alla nascita. Non conservarlo significa rinunciare per sempre a una risorsa che può rivelarsi determinante nella lotta a numerose malattie oggi frequenti, domani forse curabili.
Conservarlo privatamente non è un atto egoistico, ma una scelta lungimirante: è mettere da parte oggi una chance terapeutica concreta per domani. Una Assicurazione Biologica importante.
Fonti:
• Gazzetta Ufficiale, DM 18 novembre 2009 – Indicazioni cliniche per l’uso di CSE
• AISM – Associazione Italiana Sclerosi Multipla
• ISS – Istituto Superiore di Sanità, dati su autismo 2023
• Duke University Medical Center – Studi clinici su autismo e paralisi cerebrale
• AIRTUM – Associazione Italiana Registri Tumori
• EBMT – European Blood and Marrow Transplantation Group