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Il registro di Eurocord riporta dati incoraggianti in merito ai trapianti di sangue cordonale tra familiari: in oltre 500 pazienti trapiantati si rileva un tasso di sopravvivenza del 91% a 4 anni per il 91% dei pazienti con patologie non maligne e del 56% per i pazienti con patologie maligne.
Le principali indicazioni ematologiche nei bambini sono leucemia, emoglobinopatia o patologie relative del sangue, patologie immunologiche o metaboliche.
I dati sono stati riportati dalla rivista Haematologica e dimostrano come si siano raggiunti buoni risultati nel campo del trapianto con sangue cordonale da fratelli hla-identici. Questo avvalora la scelta di conservare unità di sangue cordonale in biobanche affinché possano essere a disposizione per un fratello/sorella nel caso venga diagnosticata una patologia trattabile con il trapianto di cellule staminali ematopoietiche allogeniche, ma nel caso serva anche ai fini della ricerca sull’uso di cellule staminali cordonali allogeniche o autologhe.
Tuttavia ancora non si sta facendo abbastanza per informare ed educare le persone sui vari tipi di bancaggio, sui modelli economici e gli standard di questi programmi. Al fine di elevare il livello qualitativo dei servizi offerti alle famiglie in necessità di un’assistenza terapeutica, dovrebbero essere incoraggiate, ma pure vigilate secondo standard comuni, le attività di bancaggio diretto e famigliare del sangue cordonale. Il tutto sempre secondo una capillare e corretta informazione sulle indicazioni terapeutiche sia attuali che future delle cellule staminali da sangue di cordone ombelicale.

Fonte: UfficioStampa InScientiaFides

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