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Nel cordone ombelicale non solo il sangue è una fonte preziosa di cellule staminali, ma anche la gelatina di Warthon che lo ricopre contiene cellule staminali mesenchimali altrettanto utili per il benessere dell’uomo.
InScientiaFides dal mese di novembre attiverà il servizio che ne consentirà la crioconservazione.

La gelatina di Wharton costituita da tessuto connettivo che ha la funzione di proteggere i vasi e le arterie ombelicali. All’interno di essa sono contenute preziosissime cellule staminali dal nome “mesenchimali”.

Nell’ambito della sua attività di ricerca, attraverso la Fondazione InScientiaFides, InScientiaFides ha validato una procedura scientifica di raccolta, processo, estrazione ed analisi della potency di MSCs derivate da Wharton’s jelly contenuta nel tessuto cordonale che, allo stato delle attuali normative in materia di terapie avanzate, possono essere utilizzate solo all’interno di un programma sperimentale autorizzato, mentre potrebbero trovare possibili e future applicazioni cliniche in ambito:

chirurgico estetico (per la ricostruzione di parti di derma lacerate da ustioni, cicatrici, attraverso la rigenerazione del tessuto compromesso)
ortopedico (per la riparazione di difetti ossei, difetti focali della cartilagine articolare e difetti tendinei)
cardiaco (per la riparazione del tessuto cardiaco danneggiato in seguito ad infarto del miocardio)
neurologico (per curare retinopatie, ischemie celebrali, danni spinali o patologie neurovegetative)

Tra i recenti studi, emerge una sperimentazione svolta su pazienti affetti da dolori cronici muscolo-scheletrici, trattati con una terapia a base di cellule staminali mesenchimali autologhe (MSC).
Come si legge sul sito Pharmastar a condurla è il dr. Harry Adelson, direttore medico della Docere Clinics a Park City (Utah), il quale, si legge nell’articolo, riferisce che non ci sono evidenze sull’efficacia della terapia nella patologia, tuttavia il sollievo sul dolore risulta del 50% a tre anni dal trattamento.

Altrettanto interessante, riporta Pharmastar, sono i dati presentati al 25° meeting annuale dell’American Academy of Pain Management dal dottor Adelson, il quale ha riferito che da un’indagine informale svolta tra 62 pazienti che dal 2012 avevano ricevuto tale terapia per artrite del ginocchio è emerso un miglioramento generale nel 52,8% delle donne e nel 61,3% degli uomini. Dopo un solo trattamento, il miglioramento medio è stato del 54%, mentre dopo due il tasso è salito al 60% e al 68% dopo tre trattamenti, senza riscontrare differenze per età o massa corporea.

I risultati sono sulla stessa linea di quelli pubblicati a gennaio sul giornale europeo di Chirurgia Ortopedica e Traumatologia, nel quale si parla di “41 pazienti con osteoartrosi del ginocchio che hanno ricevuto aspirato midollare concentrato (BMAC)/iniezione globale di tessuto adiposo, il punteggio della scala analogica visiva era diminuito da 7.0 nel preoperatorio a 4.1, 3.5, e 3.3 dopo l’intervento a 3, 6, e 12 mesi”.
Il dr. Adelson, si continua a leggere nel pezzo di Pharmastar “aveva specificato che in questi casi si usano cellule prelevate dal midollo osseo o dal grasso che conterrebbero fattori di crescita e proteine di segnalazione che possono stimolare la rigenerazione dei tessuti danneggiati. Tra le patologie trattate vi sono la malattia degenerativa del disco, la sindrome dell’articolazione sacro-iliache, artrosi e lesioni da sport”.

Essendo un trattamento di trasferimento dei tessuti e non un trattamento farmacologico deve essere autologo (donatore e ricevente coincidono), le cellule possono essere solo lievemente manipolate e il trasferimento deve avvenire in giornata, senza stoccaggio.

Le sperimentazioni dimostrano che le mesenchimali sono utili nel contrastare il problema del dolore cronico in chi soffre di problematiche muscolo-schetriche, ulteriori studi stabiliranno in futuro se siano anche in grado di rigenerare la cartilagine ossea.

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