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E’ cominciato il campionato italiano di volley ed è nella fase decisiva anche il girone di qualificazione alle fasi finali di Champions League.
Giacomo Sintini e la sua Trentino Volley sono in Turchia per giocare una gara delicatissima nel girone di qualificazione della competizione europea. Stasera facciamo il tifo per lui e per la sua squadra!

La Fondazione InScientiaFides è diventata tifosa dopo aver conosciuto la straordinaria umanità di Giacomo ‘Jack’ Sintini, campione in campo e nella vita.
Jack è intervenuto nell’agosto scorso con una testimonianza in video all’incontro dedicato alle cellule staminali e promosso dalla Fondazione al Meeting di Rimini, attirando l’attenzione di oltre mille presenti.

La sua storia ha commosso gli italiani e spronato a resistere con determinazione i malati di tumore ed è venuta alla ribalta perché la vita talvolta si diverte a mettere insieme delle esperienze umane per testimoniare qualcosa di straordinario.

Tutto nasce poco più di due anni fa. Jack è un’atleta, gioca a pallavolo ad alti livelli e anche in nazionale, ma improvvisamente il suo fisico cede.

Gli viene diagnosticato un tumore al sistema linfatico e all’improvviso una vita serena, una famiglia fantastica, rischiano di capitolare.

Comincia un dramma, fatto di ricoveri, di una perdita di peso importante e l’azzeramento di una montagna di muscoli costruita in anni di allenamenti durissimi.
Jack Sintini non molla, segue i medici, la moglie Alessia e il viso della piccola Carolina lo spronano a resistere; il mondo dello sport non lo dimentica.

Si cura all’ospedale di Perugia, fonda un’associazione di beneficenza che porta il suo nome e raccoglie fondi destinati alla ricerca per la cura dei linfomi e della leucemia.

In mezzo, il trapianto di staminali del midollo osseo, i primi segni di ripresa, la voglia infinita di guarire… Jack guarisce.

Ma manca qualcosa, l’adrenalina del campo, la competizione, la squadra al suo fianco, emozioni troppo importanti per lui.

Arriva allora la chiamata di Trento, una delle migliori squadre del mondo. C’è da fare la riserva a Rafael, il migliore palleggiatore del mondo. Jack accetta, si allena, migliora, torna l’atleta di un tempo.

Trento arriva alla finale scudetto, alla quinta gara, quella decisiva. Chi vince si cuce il tricolore sul petto.
Rafael si infortuna. Prima di quella gara decisiva. Tocca a Jack.
E’ impeccabile, Trento vince, lui è il migliore in campo.
Jack non vince solo lo scudetto, da protagonista, ma trasmette anche una lezione di vita. Bisogna resistere, non mollare mai, affidarsi alla medicina, essere ottimisti e pregare.

“Io non sapevo neanche se sarei riuscito a sopravvivere – ha detto a caldo – adesso sono campione d’Italia. Non voglio sembrare melodrammatico, però lo dico a tutte le persone che si sono ammalate di cancro: io ce l’ho fatta e non sono nessuno, sono una persona normale. Dedico questa vittoria ai medici che mi hanno curato, agli infermieri che mi hanno tenuto la mano durante la notte. La dedico a tutte le persone ammalate di cancro”.

Fonte: Ufficio Stampa InScientiaFides

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